Una dedica scritta su un libro
“Le auguro di avere sempre la poesia al suo fianco, come da bambina aveva l’angelo custode”.
Questa dedica con autografo – rivolta ad una studentessa universitaria – si legge in seconda pagina di copertina, sotto il titolo del volume di liriche “Poesie di Maria Luisa Spaziani” (Oscar Mondadori ) pubblicato nell’anno 1979, con Introduzione critica di Luigi Baldacci.
Il discorso introduttivo del noto critico si riferisce al concetto, ormai superato, di “poesia femminile”, per lungo tempo considerata una “poesia minore” (Quale studentessa non ricorda i testi di Compiuta Donzella, autrice di sonetti all’epoca di Dante?).
Perché “poesia femminile” intesa quasi in senso dispregiativo? Era una forma di arte minore? No. Si trattava di una definizione derivata da un pregiudizio, per fortuna oggi superato L’autentica poesia è universale, non ha sesso, non ha confini.
Nell’Antologia critica – sezione dedicata a “Le acque del sabato” – si legge una citazione da una lettera di Eugenio Montale ad Albert Camus (1954) “Maria Luisa Spaziani è l’unica donna scrittrice d’Italia, che ha il diritto di definirsi “poeta” (“L’unique femme écrivain d’Italie”, de son histoire.qui ait le droit de se dire un poète”).
Si parla, infatti, di lei come di un’artista colta e di spessore, creativa, autrice di autentica poesia. (op.cit.pag.20)

La professoressa Spaziani è stata per molti anni docente di Letteratura e Lingua Francese presso l’Università degli Studi di Messina, a contatto con molte generazioni di giovani, diventati, nel tempo, a loro volta, docenti affermati.
Sulle due sponde dello Stretto ha coltivato amicizie, ha inorgoglito con la sua presenza gli organizzatori di vari circoli culturali, ha contribuito a diffondere i valori e le forme dell’esperienza poetica, ha mantenuto i contatti con i suoi estimatori, anche dopo il trasferimento a Roma. Ha continuato a incoraggiare i poeti con la creazione, a Roma, del “Centro Internazionale Eugenio Montale”.
Per Maria Luisa Spaziani la poesia era quasi una necessità vitale. Nella sua raccolta “Geometria del disordine (pag. 14) si legge:
“Un verso è un re, che con la cortesia /dei re giunge puntuale ad ogni convegno […] Un verso è un dio che si presenta, trema /ai tuoi vetri, ha freddo, non trova le parole./ E qualche volta muore /per la bianca paura di non nascere.
(da “Geometria del Disordine”, Premio Viareggio 1981)
Il “poeta” Spaziani, come usava definirsi, donna aperta, ricca di cultura e di grande disponibilità al dialogo con poeti ed artisti, si è dimostrata sempre gelosa del suo privato. Nessuna indiscrezione è mai trapelata, nessun cenno, mai, alle sue esperienze personali, a qualche sfortunata vicenda sentimentale, (come la separazione dal marito); sempre gelosa del suo privato, ha taciuto su incontri sentimentali poco appaganti. Sempre presente, nella sua mente, però, l’esigenza di custodire e di perpetuare l’opera poetica e la memoria del suo amico del cuore, il poeta Eugenio Montale.