Una lettera inedita di Maria Luisa Spaziani

Sull’amore e altri sentimenti

Un breve testo  che suscita orgoglio

Una lettera di Maria Luisa Spaziani (datata 18 marzo 2005)          

   Cara Rossella Genovese,   

  lei vorrebbe semplicemente sapere qualcosa o tutto, per il suo giornale, sulla mia “storia d’amore” con Montale.  Ah, quanto i mass-media ci circuiscono, ci assediano e qualche volta ci fagocitano anche da parte dei giovani che questa notizia  l’hanno ricevuta in seconda o terza battuta. 

  Sì, storia d’amore c’è stata, anche se non nel senso in cui l’intende l’immaginario collettivo post-romantico, e tantomeno come l’intendono i rotocalchi.   Del resto io non ero nuova ad almeno “due” storie d’amore, una con Giacomo Leopardi e l’altra con Arthur Rimbaud, storie unidirezionali, devo confessarlo, e che purtroppo non hanno dato origine ad un infiammato carteggio. Peccato.  Questi miei “precedenti” li ho onestamente confessati a Montale.

M.L. Spaziani
In foto: Maria Luisa Spaziani

 

  I miei anni con lui, di affettuosa o familiare amicizia, che chiamerei anche un lungo sodalizio letterario e poetico, hanno lasciato  molte tracce essenziali nei suoi scritti e nei miei. Sono stati anni bellissimi di collaborazione attiva e di confidenze esclusive: nessuno, forse, conosce come me gli anni lontanissimi della sua infanzia, della sua formazione, della guerra e dei tempi molto difficili che l’hanno visto approdare  soltanto dopo i cinquant’anni al Corriere della Sera, al famoso “stipendio fisso”,un mito che oggi  ha un po’ perso il suo smalto, bene o male che sia.

  Centinaia o migliaia di persone hanno scritto di Montale e del suo carattere nei rapporti umani.

Io vorrei soltanto ricordare una sua caratteristica oggi difficilmente visibile: il suo senso dell’umorismo e la sua allegria talvolta travolgente, il divertimento che accompagnava le nostre scoperte dei fatti della vita, le nostre lunghe conversazioni e tanti nostri inediti narrativi o teatrali, è per me ancora oggi una riserva vitale.