VIA
a Palazzeschi
“Palazzeschi, eravamo tre
noi due e l’amica ironia
a braccetto per quella via
così nostra alle ventitré.
Il nome, chi lo ricorda?
Dalle parti di San Gervasio;
Silvio Pellico o Metastasio;
c’era sull’angolo in blu.
Mi ricordo però del resto:
l’ombra d’oro sulle facciate
qualche raggio nelle vetrate,
agiatezza e onorabilità.
Tutto nuovo, le lastre azzurre
del marciapiede annaffiato,
le persiane verdi, il selciato,
i lampioni color caffè;
giardinetti disinfettati,
canarini ai secondi piani,
droghieri, barbieri, ortolani,
un signore che guardava in su;
un altro seduto al balcone
calvo, che leggeva il giornale,
tra i gerani del davanzale
una bambinaia col bebé;
un fiacchere fermo a una porta
col fiaccheraio assopito
un can barbone fiorito,
di seta, che ci annusò;
un sottotenente lucente,
bello sulla bicicletta,
monocolo e sigaretta,
due preti, una vecchia, un lacché.
– Che bella vita – dicesti –
ammogliati, una decorazione
qui tra queste brave persone,
i modelli della città.
Che bella vita, fratello!
E io sarei stato d’accordo;
ma un organetto un po’ sordo
si mise a cantare: Ohi Marie…
E fummo quattro oramai
a braccetto per quella via.
Peccato! La malinconia
s’era invitata da sé.
Ardengo Soffici da “Giornale di bordo” Firenze, La Voce, 1915
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Nella foto: Arquà
LA VITA NON E’ UNO SCHERZO
La vita non è uno scherzo
Prendila sul serio
Come fa lo scoiattolo, ad esempio,
Senza aspettarti nulla
Dal di fuori o nell’al di là
Non avrai altro da fare che vivere.
Prendila sul serio
Ma sul serio a tal punto
Che a settant’anni, ad esempio,
Pianterai degli ulivi
Non perché restino ai tuoi figli
Ma perché non crederai alla morte
Pur temendola
E la vita peserà di più sulla bilancia
Nazim Hikmet
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FELICITA’
C’è un’ape che se posa
su un bottone de rosa:
lo succhia e se ne va…
Tutto sommato, la felicità
è una piccola cosa.
(Trilussa) |