IL “CARPE DIEM” DI LORENZO DE’ MEDICI

“Quant’è bella giovinezza / che si fugge tuttavia…”

Lorenzo de’ Medici , un re senza corona”.

Non esiste secolo che meglio corrisponda  a colui del quale Machiavelli scriveva  “ a considerare in

Lorenzo de’ Medici  (Firenze,1449-1492)
Lorenzo de’ Medici
(Firenze,1449-1492)

quello e la vita voluttuosa e la grave, si vedeva in lui essere due persone diverse, quasi con impossibile congiunzione congiunte” ( in “Il Magnifico. Vita di Lorenzo de’ Medici”, di Jack Lang, Mondadori, 2004).

 

Fu denominato “Il Magnifico” per la grandezza e la magnificenza  della sua corte, per l’interesse verso il bello e la bellezza, per  la gestione dei rapporti con  le figure più prestigiose del suo tempo,  per la  capacità di dominare  le circostanze, pur se talvolta avverse ( v. “La congiura dei Pazzi” alla pagina seguente).

Firenze, al tempo di Lorenzo, era  la capitale della cultura:
il “Magnifico” si circondava  di figure  di grande talento: la sua  corte, tra le più prestigiose nell’Italia di allora, era   frequentata da  scrittori, poeti, artisti : Poliziano, Pulci, Pico della Mirandola, Botticelli, Michelangelo, per citarne alcuni.
(In tanto splendore si alzava la voce  tonante di  un frate domenicano, fustigatore di costumi. Si chiamava Girolamo Savonarola, condannato al rogo nel 1498 , alcuni anni dopo la scomparsa del Magnifico, accanto al cui letto era stato a pregare).
Lorenzo de’Medici non era soltanto un principe e il signore di Firenze. Era un  letterato, innamorato  degli artisti  e  dell’arte, egli stesso  un poeta che si cimentava nella creazione  di testi  tuttora pubblicati  nei volumi di letteratura italiana riservati a chi studia.
Un personaggio ecclettico, un autentico principe del Rinascimento.

 

Clarice Orsini
Presunto ritratto di Clarice Orsini, moglie di Lorenzo de’ Medici e madre di Papa Leone X.
( 1453.-1488)

 

 

Lucrezia Donati, madre di Lorenzo de’Medici

“Lorenzo aveva fatto i suoi conti: la dote di Clarice equivaleva a un anno di rendite della succursale romana… Aveva anche intuito  quale fortuna rappresentasse per i Medici  una esponente delle due o tre grandi famiglie patrizie di Roma.[…]
Clarice ha una folta capigliatura fulva; non è pretenziosa…
È’ una fanciulla  assai superiore alla media, preoccupata soprattutto dei propri doveri religiosi e dei suoi futuri obblighi di madre…
Una straniera dai costumi austeri, una sposa così poco amata  che Lorenzo non interruppe nemmeno la cura termale  cui si stava sottoponendo quando, nel 1488, ella morì di una malattia alle vie respiratorie, dall’esito, quindi, più che prevedibile…”
(Op. cit. , pag 47)

Il Trionfo di Bacco e Arianna”
   di Erregì

Anche Petrarca aveva scritto “I Trionfi” ma erano di tutt’altro genere. Si trattava di  una tematica  nella quale, alla fine, si accampava anche la morte.

Lorenzo de’ Medici   esalta, invece, il trionfo della vita, della giovinezza, dell’amore, descrivendo una sfilata festosa in cui la gioia, l’allegria, l’euforia  dovuta  all’eccitazione del vino, riescono a far dimenticare qualunque  contrarietà, per invitare a godere  pienamente il tempo presente .
Diventa quasi un brindisi di gruppo, in cui non si alzano   materialmente i calici, ma si inneggia alla fugacità della giovinezza, alla gioia di vivere e di amare.

Il trionfo della vita: Bacco e Arianna sono una coppia mitica, su cui si innestano immagini suggestive. I temi dl Trionfo di Bacco e Arianna sono legati  al desiderio della gioia, dell’amore, del godimento di una vita che si srotola nel tempo come un lunghissimo tappeto  da stendere ai piedi di chi la  sa godere. Bisogna assaporare la gioia, il tempo fugge  e può ingannare,  arrecare tristezza, delusione, dolore….

Il corteo che segue i due personaggi mitici, Bacco e Arianna, è invece una sollecitazione all’allegria, al desiderio di cogliere la gioia di vivere e di amare, riservata a chi è pronto a godere la vita, perché il tempo “fugge e inganna” Nel corteo  di personaggi mitologici,  si accampa  Sileno, vecchio e grasso, ma non manca  il  re Mida, famoso, ma reso  infelice dalla sua sete dell’oro. e punito per questo.. “ Di doman non v’è certezza…” L’invito è rivolto  non solo agli amanti, ma … forse… a  tutti gli uomini  , in tutti i tempi della vita…

Scrive ancora Lorenzo de’ Medici, nel suo “Trionfo  di Bacco e Arianna”

“ Del doman nessun si paschi /oggi sian, giovani e vecchi, /lieti ognun , femmine e maschi: / ogni tristo pensier caschi /facciam festa tuttavia. /Chi vuol esser lieto sia /di doman non v’ è certezza”

Non è altro che la filosofia del “carpe diem” esplicitata dl poeta Orazio  e ripresa anche , in qualche misura, ai nostri tempi, in opere letterarie e cinematografiche quando si tratta …  dell’attimo  fuggente     

     Il Trionfo di Bacco e Arianna

  di Lorenzo de’ Medici

“Quant’è bella giovinezza
che si fugge tuttavia…
Chi vuol essere lieto sia
del doman non v’è certezza…
Questo è Bacco, e questa è Arianna,
belli e l’un dell’altro ardenti,
Perché il tempo fugge e inganna
sempre insieme stan contenti
“Donne e giovinetti amanti
Viva Bacco e viva Amore!
Ciascun suoni, balli e canti,
Arda di dolcezza il core!
Non fatica, non dolore!
Quel c’ha  a esser, convien sia.
Chi vuol essere lieto sia:
di doman non v’è certezza.

Lorenzo de’ Medici aveva una moderna filosofia di vita. Il  Magnifico, forse lui per primo, cercava  ricchezza e felicità…Ma le nubi nere   dell’invidia, del tradimento, della malattia, si addensarono prematuramente sul suo capo…

LA CONGIURA DEI PAZZI …
… e l’invidia. Uno dei sette peccati capitali
 di Erregì

E’ il 26 aprile 1478. Lorenzo e Giuliano si recano a Messa in Duomo, gremito di fedeli.

...Firenze, cupola del Duomo
…Firenze, cupola del Duomo

Prendono posto, l’uno lontano dall’altro, circondati dai rispettivi amici. Tra la folla si nascondono i loro assassini. Al segnale convenuto, i due fratelli vengono aggrediti.. Giuliano  viene colpito a morte da 19 coltellate,…anche Lorenzo rimane ferito ma riesce a fuggire….”( dalla rivista “I giganti della storia”- Sprea Editore, pag.29).I congiurati appartenevano all’antica e molto nota famiglia  dei Pazzi.: non solo gli stessi congiurati ma anche i loro accoliti ,secondo quanto ci viene tramandato, subirono rappresaglie gravissime. Purtroppo, la storia non  sempre ci narra le  imprese di grandi uomini, imprese legate al coraggio e all’audacia dei principi, dei condottieri, o dei regnanti. Ci narra  anche tutte le crudeltà  di cui l’umanità è stata capace. Tutto sommato,  è determinante  conoscere la Storia,  per commisurare  Passato e Presente . La congiura contro i Medici è, comunque, un classico esempio del livore di cui si nutrono gli ambiziosi assetati di  potere .

 Per fortuna, la democrazia è tutta un’altra cosa…