Poesia e destino.
Conversazione con Maria Luisa Spaziani

(Talent-Scout n.6 – anno 2004)

Proponiamo qui di seguito un pezzo che consideriamo “un gioiello”. Si tratta di una conversazione con Maria Luisa Spaziani (scomparsa nel 2014). Rileggendo l’intervista, ancora oggi proviamo sentimenti di emozione e di orgoglio.
Maria Luisa Spaziani, in una foto pubblicata su “L’Unità”

Roma, al Teatro Argentina, il 26 aprile 2004
POESIA E DESTINO
a cura di Rosadele Genovese

Roma, Quartiere Prati, una domenica mattina. La città è silenziosa, le strade deserte. Un vento piuttosto freddo, nonostante la primavera inoltrata, scompiglia i capelli. L’appuntamento con Maria Luisa Spaziani è alle dieci, ma la città è ancora immersa nel riposo domenicale. Chiusi i fiorai, per fortuna troviamo aperto un bar. È spazioso, e abbastanza elegante: ci si può fermare qualche minuto, prendere velocemente un caffè. La zona è signorile, tranquilla.

Al numero 44 della via Cola Di Rienzo, dove il taxi ci ha lasciato, è la casa di Maria Luisa Spaziani. Guardiamo il campanello con attesa religiosa pensando al momento in cui premeremo il pulsante, quasi come in una lotteria a premi.
Ma sarà troppo presto? La professoressa si ricorderà del nostro appuntamento fissato per telefono? Tutti i dubbi vengono prontamente fugati dalla voce di Maria Luisa Spaziani che risponde al citofono e che… sì, si ricorda di noi, e ci invita ad accomodarci.
Saliamo in un ascensore a vetri, lanciano uno sguardo alla tromba delle scale, ci fermiamo al piano. Finalmente siamo arrivati. La professoressa ci accoglie con un sorriso un po‟ assonnato (in effetti, avrebbe voluto dormire fino a mezzogiorno, ci dice, ma non è un rimprovero). Ci accoglie con molta cordialità. È abituata a ricevere ospiti, soprattutto in questo periodo, in cui i giornalisti la cercano continuamente, in questi giorni in cui festeggia i cinquant’anni di poesia.

Oggi, (è il 25 aprile) sul Corriere, su Repubblica, sull’Unità, escono ampie interviste, importanti servizi su di lei. Ci sentiamo un pò intimoriti da tutto questo, ma l’accoglienza gentilissima ci mette a nostro agio. Resteremo ospiti della Spaziani per circa due ore. Alla fine, il tempo sarà volato magicamente. Usciamo da quell’incontro con la gioia di avere ripercorso momenti importanti della nostra vita, della vita di tutti, con la soddisfazione di essere stati ascoltati e di avere a nostra volta ascoltato una persona di grande sensibilità e di profonda cultura. Siamo stati a trascorrere piacevolmente il nostro tempo con un autentico, grande poeta. La ricca conversazione è stata piacevolissima. Ne riportiamo alcuni stralci.


“La poesia per alcuni è una necessità vitale,
ed è quello che rimane quando tutto il resto tramonta”

INTERVISTA A MARIA LUISA SPAZIANI

a cura di Rosadele Genovese

– Professoressa, sappiamo che in questi giorni è stata bersagliata dai giornalisti, in occasione dei suoi cinquant’anni di poesia. Anche noi vorremmo sapere molto da lei. Perché non ci regala qualche confidenza inedita?
-Ho già parlato tanto, ho detto quasi tutto. Che cosa vuole che le dica ancora? Se apre i giornali di oggi, troverà tante di quelle informazioni…

Dei preparativi per la serata di domani che cosa può dirci?  Perché questo titolo, “Poesia e Destino”? 
-Non lo so, è stata un’idea di Luzi. Forse perché il destino è una cosa che non si interrompe mai, come la mia poesia. Anche stamattina mi sono svegliata verso le sei e ho scritto. La poesia è una sorgente continua. Non bisogna vivere la vita in una sola dimensione, ma spaziare in altre dimensioni che ce ne facciano comprendere meglio il senso. L’orizzonte si allarga quando saliamo verso l’alto con i nostri piedi… E c’è gente che non riesce mai a fare questi passi…

Trova qualche parallelismo Spaziani-Yourcenar? Si sente vicina alla scrittrice francese? Anche lei, professoressa, ha avuto il prestigioso titolo di Cavaliere di Gran Croce dal Presidente Ciampi come la Yourcenar ha avuto, a suo tempo, la nomina ad Accademico di Francia.
– Abbiamo due storie diverse. Quando lei ha pubblicato “Memorie di Adriano”, il suo libro è stato tradotto in tutti i paesi del mondo, perfino nei dialetti dell’India. Io questo non l’ho mai avuto, anche perché la poesia è più difficile della prosa.

Vuole dire che la poesia è elitaria?
– Ma io non scrivo per gli altri poeti. Io voglio che la mia poesia vada a tutti.

– Che rapporto ha avuto con gli uomini?
– Ottimo, meraviglioso. Una grande invenzione di Dio, gli uomini…Ho avuto in vita mia cinque o sei uomini molto importanti, molto intelligenti, molto scrittori, e poi improvvisamente ho avuto una storia d’amore incredibile con una persona (…) Ero una donna e sono stata amata per me stessa. Poi lui mi vide in televisione. Ero con Spadolini, dovevamo presentare dei disegni di Montale. Questo gli provocò tali complessi di inferiorità. La storia fini.

– Il matrimonio è stato importante per lei? 
– Il matrimonio non ha nessun senso, nella mia vita…

Montale che cosa ha significato per lei?
-Molto. Anche se mi dava molto fastidio che la mia poesia venisse definita “montaliana”. Lo stesso Centro Montale è nato in omaggio a lui, al poeta.  –Mi dice due aggettivi riferiti a Montale?  – Illuminante-ironico…Facevamo delle grandi passeggiate quando veniva a Torino, anche se lui era un pò pigro. Se penso a Luzi che compie 90 anni tra poco… Luzi è un mio grande amico, che dirige con me il Centro Montale, che prende il treno, il taxi, si sposta da una città all’altra…

Quanto è durata la sua storia con Montale?
-Dal ’46 al ’65…

– Montale credeva in Dio?
-No.

– Lei come considera la religione?

– Io sono profondamente religiosa, ma non inquadrata…. Intendo la religione come direzione e dimensione. La poesia è piena di cose religiose…

– Qual è, secondo lei, la più bella poesia di Montale?
L’anguilla. È “la sirena dei mari freddi, che lascia il Baltico, per giungere ai nostri mari, ai nostri estuari”… ( Le chiediamo di recitare la poesia .Maria Luisa Spaziani la recita integralmente a memoria, lasciandoci piacevolmente stupiti, ammirati. Nella grande stanza piena di libri, dove ci ha ricevuto, risuona soltanto la sua voce, resa un pò roca dal fumo della sigaretta, o forse, dall’ora mattutina).

– Montale vedeva nell’anguilla un parallelismo con la vita dell’uomo?
-E’ proprio la vita dell’uomo. Si tratta proprio di questo… La fecondazione è il momento massimo dell’amore.. Molti critici hanno detto che questa poesia è la più bella del Novecento. E Montale l’ha dedicata a me.

Chi c’è con lei nel Centro Montale?
-Zanzotto, Sergio Zavoli, Ramat. Abbiamo avuto un periodo burrascoso, al Centro Montale, per un’operazione folle da parte di una persona. Abbiamo azzerato tutto e dopo sei mesi abbiamo ricominciato. E abbiamo tenuto una grande festa di battesimo nell’anfiteatro della Biblioteca Nazionale. Su Repubblica, sul Corriere, sull’Unità di oggi usciranno grandi servizi sui miei cinquant’anni di poesia. Al Teatro Argentina, domani, alle 21, ci sarà una grande manifestazione. Si immaginerà anche un processo ad alcuni poeti. Io, per esempio, accuserò Carducci per avere scritto “T’amo, pio bove”…

Lei ha scritto anche di teatro?
-Certo. E’ uscito recentemente un mio libro “Il teatro completo”.

Altre sue opere non strettamente in versi? 
– Ho scritto un’opera , “Donne in poesia” dove parlo di Emily Dickinson,di Anna Achmatova, di Ada Negri…e immagino di avere con loro un dialogo alla pari, affettuoso… Ho scavato, in questo libro, nella loro vita, ho svelato alcuni episodi legati alla loro poesia…

Ma lei, come poetessa, ha vissuto un periodo di “gavetta”, o è diventata famosa molto presto?
Maria Luisa Spaziani racconta la storia del suo primo libro uscito da Mondadori, quando – ricevuta la proposta di pubblicazione – aveva pensato a uno scherzo. E prosegue: “Cose misteriose. Avevo un padre industriale, faceva macchine per l’industria del cioccolato, e guardava con simpatia alle mie poesie. Eravamo una famiglia di un’allegria e di una libertà incredibile…” Poi conclude: – Sei o sette anni fa ho pubblicato in Francia un’antologia di mie poesie e ho avuto l’onore della prefazione di Yves Bonnefoys.
Ecco, se vuole sapere che cos’è la poesia, glielo dico subito. La poesia è una necessità vitale ed è quello che rimane quando tutto il resto tramonta.