Sulle orme di Pablo Neruda

MESSAGGI INTRIGANTI DA … E PER… ISLA NEGRA

Neruda e il postino : Il gioco delle metafore

ISLA NEGRA: IL RIFUGIO DI PABLO NERUDA TRA OLAS Y LLUVIA

“Te ne stai lì ritto come un palo”

“Inchiodato come una lancia”

“ Immobile come la torre degli scacchi”

“Più quieto di un gatto di porcellana”

 “Mesto, il postino levò lo sguardo dalla palla agli occhi della nuova avversaria, e, benché di  fronte all’Oceano Pacifico si fosse definito inetto in fatto di comparazioni e metafore, si disse con rabbia che il gioco proposto  da quella pallida  ragazza di paese sarebbe stato

 a) più triste che ballare con la propria sorella;

b) più noioso di una domenica senza calcio;

c) divertente come una corsa di lumache.

Da “Il postino di Neruda” di Antonio Skàrmeta

( pag. 22)

Neruda, per sfidare  il giovane  (ancora sprovveduto) postino, recita per lui una poesia

“ Qui nell’isola, il mare. E quanto mare.
Esce da sé ad ogni istante.
Dice di sì, di sì, di no.
Dice di sì, in azzurro, in schiuma, in galoppo.
Dice di no, di no.
Non può stare tranquillo.
Mi chiamo mare, ripete,
appiccicandosi a una pietra
senza riuscire a convincerla.
Allora, con sette lingue verdi,
di sette tigri verdi,
di sette cani verdi,
di sette mari verdi,
la percorre,
la bacia,
la inumidisce,
e si batte il petto
ripetendo il suo nome .

( In “Il postino di Neruda” , Pag. 18 )

 

Dalla lettera  che Neruda ha inviato  dalla Francia al Postino

“ Caro Mario Imenez dai piedi alati… Non  ti  ho scritto prima come avevo promesso, perché non volevo mandarti soltanto una cartolina con le ballerine di Degas… Mi diverte pensare  che questa lettera te la sei dovuta consegnare tu stesso…

Fare l’ambasciatore in Francia  è per me nuovo e scomodo. Ma c’è in questo una sfida.. In Cile abbiamo fatto una rivoluzione alla cilena molto ammirata e discussa. Il nome del Cile è straordinariamente in auge..Vivo  con Matilde in una camera così grande che sarebbe sufficiente per alloggiare un guerriero con il suo cavallo. Eppure mi sento molto lontano dai miei giorni alati d’azzurro nella casa di Isla Negra

..Ti rimpiange e ti  abbraccia il tuo

Pablo Neruda”

Pablo Neruda
Pablo Neruda

A San Antonio, in Cile, Mario Jimenez viene nominato postino del villaggio di Isla Negra, dove abita un solo personaggio che riceve corrispondenza. Si tratta  del poeta Pablo Neruda, che instaura con il giovane che gli consegna la posta, un rapporto di autentica amicizia.

Le vicende della vita del poeta si intrecciano dunque con l’esperienza del  postino.

Neruda e lo stesso postino, il ragazzo e il poeta, saranno per sempre vicini, oltre la dimensione del tempo.

 

 

 

Una storia intrigante, che parte  da  un   paese lontano

NEL CILE,PRIMA E DOPO PINOCHET

 A cura di Erregì

Il primo incontro:

“Neruda  prendeva il pacco della corrispondenza, gli allungava un paio di scudi e si congedava con un sorriso lento come lo sguardo”.
Un racconto lungo,  intrigante, di piacevole lettura, ambientato a Isla Negra, (Cile).
Una narrazione   originale, certamente nuova per noi occidentali.
I protagonisti sono  persone semplici, calate nei problemi della quotidianità: in primo piano,  una figura  intrigante, quella del “postino”, che accetta il posto fisso (e unico) nell’ufficio del telegrafista. Il suo lavoro sarà piuttosto facile, il giovane non ha  uno zaino pesante, non c’è una grande quantità di posta da distribuire.

Sull’isola, l’unica persona che riceve lettere da tutto il mondo è Pablo Neruda, poeta e  scrittore, intellettuale che diventerà grande amico del postino.
(Nota: verso la  fine del suo percorso culturale ed esistenziale, Neruda, nel 1971, riceverà il Premio Nobel.  (Morirà nel 1973, dopo il colpo di Stato  di Pinochet).

Due figure centrali, dunque, sotto la lente di chi legge;
i due personaggi, Neruda e il postino, delineati con grande realismo, coltiveranno rapporti  di affiatamento e di grande amicizia.
Il postino è un giovane  che spesso ama ascoltare la voce  poderosa dell’Oceano (dopo avere ricevuto in regalo da Neruda un registratore,  si divertirà a catturare sul nastro  il rumore tumultuoso dell’Oceano e l’assalto delle onde;  il giovane   sposerà per amore la figlia di una ristoratrice ed aiuterà la madre  della ragazza nella gestione  del  suo locale.

 ( Poi  avrà, dalla sua donna,  un bambino pestifero che sarà la gioia e il tormento della famiglia… …)

Ma il “deus ex machina” del romanzo è soprattutto lui, Neruda. “Volevo mandarti qualcosa, oltre alle parole. Così ho messo la mia voce in questa gabbia che canta… Una gabbia che è un uccello… Te la regalo… Voglio che tu vada a passeggiare con questo registratore per Isla  Negra e che mi incida tutti i suoni e i rumori che incontri…
Ho disperatamente bisogno  anche solo del fantasma di casa mia.
La mia salute non è buona.  Mi manca il mare.”

Pablo Neruda, dopo aver ricevuto il Nobel a Stoccolma, rientrerà ad Isla Negra. Ammalato , stanco, privo completamente della sua verve. Forse è tornato per morire…

In Cile ci sarà presto un colpo di Stato,  con tanto di esercito e di guardie armate.
Neruda soccomberà per la malattia che lo ha costretto al  ricovero in ospedale…

 

Due sono i temi centrali della narrazione.

 

Il primo, l’umanità del grande Neruda.

Il secondo,  la malattia del poeta, ritornato infine nell’isola che ha tanto amato.

L’orgoglio della fama di Neruda si è stemperato nella gravità della  malattia che lo distrugge, ma il postino è  sempre accanto a lui.

Io torno al mare avvolto dal cielo

 il silenzio tra l’una e l’altra onda

stabilisce una sospensione pericolosa:

 muore la vita, si acquieta il sangue

finché  irrompe il nuovo movimento

 e risuona la voce dell’infinito”.

Un presentimento di morte, e non solo.

“Mario lo abbracciò prendendolo dalle spalle, e alzando le mani per coprirgli le pupille, gli disse : “ Non muoia, poeta”.

(Dal romanzo “ Il postino di Neruda” di Antonio Skàrmeta)

Il 23 settembre 1973 Neruda spirò nella clinica Santa Maria.

La casa di Pablo Neruda a Isla Negra (Cile)
La casa di Pablo Neruda a Isla Negra (Cile)

 

In Cile, intanto, un Colpo di Stato. Nella narrazione del golpe, militari, camionette, arresti facili. Così sarà conclusa anche la storia del postino.

“Il giovane con l’impermeabile  non toccò Mario, si limitò a fargli cenno in direzione della Fiat nera. L’auto del deputato Labbé partì lentamente e Mario si diresse con il suo accompagnatore verso l’altro veicolo.

Al volante c’era un uomo con gli occhiali scuri che ascoltava il notiziario…
Entrando in macchina, riuscì a sentire il giornalista annunciare  che le truppe avevano occupato …

 

Neruda,  tra metafore e paragoni

Chiassose insalate

Allegra bicicletta

Epiche infreddature

Un litro di saliva

Una salute di ferro

Gobbo come un cammello

Assassinare l’ispirazione

Filtrare il libro insieme alle lettere

Con meridiana  precisione

Inchiodato come una lancia

 

Ritto come un palo

Più quieto di un gatto di porcellana

Divertente come una corsa di lumache

Placida calvizie

Accasciato sulle fauci dell’oceano

Un sorriso come una farfalla

Pallido come un sacco di farina

Vita buia come la bocca di un lupo

Una conversazione più lunga di un treno merci.