osservò indicando le rape e le cipolle.
“La ragazza con l’orecchino di perla”, una storia di sguardi
E poi, l’arancione e il violetto non sono vicini. Perché mai?” “Quei colori fanno a pugni quando sono vicini, signore” (op. cit. pag 9) (Quando il pittore Vermeer entra in casa di Griet per conoscerla, nota subito qualcosa di strano: la ragazza, lavorando in cucina, ha abbinato, sul tavolo, i colori delle verdure.)

“La ragazza con l’orecchino di perla”
“Mi portai al centro della piazza dove le pietre del selciato erano disposte in modo tale da formare una stella a otto punte inserite in un cerchio. Ogni punta indicava un quartiere di Delft. Io la consideravo il vero centro della città e il centro della mia stessa vita” (op. cit. pagine 16,17). “Avvertii, alle spalle, la presenza di lui, mi aveva seguito lungo tutto il corridoio. Mi volsi a guardarlo, e vidi che non gli era sfuggito il sorriso di Pieter e l’aspettativa che ne trapelava…
I suoi occhi grigi si spostarono su di me. Erano freddi. Fui assalita dalle vertigini come se mi fossi alzata di botto… Mi girai. Il sorriso di Pieter ora si era quasi spento. Si era accorto delle mie vertigini. Mi sentii intrappolata tra i due uomini, non era una sensazione piacevole. (pag.85) «…“Ti dipingerò come ti vidi la prima volta, Griet. Ma non ti dipingerò vestita da domestica.” “E come, allora, signore?” “Ti dipingerò come sei. Guarda fuori della finestra”. Cercai di acquietare tutti i miei pensieri. Diverse volte andò allo stipo per scegliere vari pennelli e colori. Seguivo i suoi movimenti… era come se fossi caduta in preda a un incantesimo. Lo guardai. Ora i suoi occhi erano con me. Stavano guardando me. (pag 184) Non gradiva che io parlassi. Dovevo solo fare quello che mi ordinava. Se parlavo, dovevo dire qualcosa che valesse la pena». (pag 185)
“Weemer non si limita alla descrizione di ciò che vede, ma cerca e trova la vita nascosta, l’anima delle cose e delle persone”
(da “Il Barocco”)
Nel film, una storia di sguardi. E di sentimenti repressi. Viene infatti accentuata, con una significativa carica di erotismo, l’attrazione reciproca tra il pittore e la ragazza: Griet è saggia, prudente, consapevole del suo ruolo nella famiglia, sa tacere.
Parlano però i suoi grandi occhi quando incontrano lo sguardo del “padrone”, quando timidamente si rivolgono altrove; quando le sue mani non riescono a sfuggire alla carezza sensuale del pittore. Ma nel momento in cui è completamente coinvolta dal contatto fisico con l’artista, lui si tira indietro.

Griet lo guarda. Nell’atelier, dove la ragazza ha imparato a mescolare i colori, i due si parlano solo quando è necessario. Ma gli sguardi reciproci sono sensuali. Griet viene considerata con gelosia e sospetto da Catharina, la moglie di Vermeer, e dall’intera famiglia. Che la fantesca venga sedotta dal padrone è un classico: nello stesso entourage del pittore è accaduto un caso simile ad un committente, anziano seduttore.
Griet, però, sa difendersi. Quando Catharina vede il quadro che raffigura la fantesca, ha una crisi isterica. Griet fugge, va via per sempre.
Nel romanzo si legge che a distanza di dieci anni, la ragazza diventata ormai donna, sposata con Pieter e madre di due bambini, riceverà gli orecchini di perla per volontà testamentaria di Vermeer. L’artista scomparso da poco, ha pensato a lei.
Nella scena finale del film, una variante: Griet , tornata a casa, riceve con sorpresa un involucro: lo apre. Contiene gli orecchini di perla