Montale, una vita intensa. E una domanda provocatoria

LA POESIA E’UNA “MERCE INUTILE”?

Eugenio Montale al Ceffè delle Giubbe Rosse
Montale (con la sigaretta in mano) al Caffè delle “Giubbe Rosse” ( Firenze)

Argomenti  validi e uno studio serio  consentono di allargare i propri orizzonti  e di  affrontare  viaggi di ricerca che implicano  nuovi approdi .
La biografia di Montale sorprenderebbe chiunque. Era un personaggio di altri tempi?
Una vita lunga, studi privati da giovane, vacanze a Monterosso nelle Cinque Terre, problemi con il regime fascista, amicizie ben coltivate, viaggi  non solo “di scoperta”, storie d’amore importanti. Noto il rapporto con Drusilla Tanzi, da lui soprannominata “ La Mosca” e  diventata poi sua moglie; sereno e impregnato di… intellettualità il dialogo con Maria Luisa Spaziani,  la “Volpe”. Una creatività molto fervida, in Montale, poeta dalla lunga vita,  immerso a registrare la quotidianità,  poeta che si serve spesso di metafore mutuate dal mondo animale per dare un’identità  impregnata di similitudini alle donne che ha amato e che hanno percorso con lui  un  segmento di vita .

Da “Ossi di seppia”
Una “Teologia negativa”

Non  chiederci la parola che squadri da ogni lato
l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah, l’uomo che se ne va sicuro
agli altri ed a se stesso amico
 el’ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
 ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

 

Da “Ossi di seppia”

Forse un  mattino andando in un’aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.

Poi, come s’uno schermo, s’accamperanno di gitto
alberi case colli per l’inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n’andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.

L’aria “di vetro”, per Montale, é sferzante,   trasparente a tal punto da consentire di osservare “oltre”. Il poeta la considera  “arida”, poiché il suo stato d’animo  ne è partecipe.
Ma il miracolo autentico consiste  nella consapevolezza di una solitudine esistenziale  che incute  sentimenti  profondamente negativi. Il vuoto dell’anima, il vuoto dell’esistenza, gli inganni riservati  all’essere umano, generano  sentimenti di incertezza, di squilibrio, come  spesso accade agli ubriachi. All’improvviso, però, si ricompongono le immagini che provengono  dall’adesione ad un’esistenza possibile..
Ed è come osservare se stessi  su  uno schermo. La scena del mondo si apre in una forma  inizialmente  incomprensibile e viene osservata con voluta indifferenza.
La natura continuerà ad offrire i suoi consueti inganni;  il poeta non si lascerà sedurre da tutto questo, e, consapevole del suo  segreto, proseguirà nel  cammino, tenendo consapevolmente  dentro di sé  una profonda sensazione di inutilità. Un sentimento  abilmente dissimulato, che  si insinua prepotente   nell’anima, ispirando quella poesia che Montale ha coltivato per tutta la  vita e che non è, certamente, “un prodotto  inutile”…
Senza la poesia, il mondo sarebbe arido e vuoto.

Montale riceve il Nobel
Stoccolma,1975 – Montale riceve il Nobel da Carlo Gustavo di Svezia