Jan Vermeer, “il pittore del silenzio”

Una scrittrice di talento, Tracy Chevalier, si innamora di una figura rappresentata in un dipinto: il ritratto di una fanciulla dai grandi occhi scuri, i capelli nascosti da un turbante, il viso rivolto a un ipotetico osservatore. Dal singolare innamoramento nasce un’ispirazione, sollecitata da una grande creatività. Come il pittore “osserva” e studia il soggetto da dipingere e lo ricrea in modo del tutto personale, lo scrittore, sulla base di informazioni acquisite su eventi e contesti, penetra nel cuore delle vicende umane, in un mix di realtà e fantasia.
Tracy Chevalier oggi vive a Londra. Ha frequentato dei corsi di scrittura creativa: veri e propri input utili a corroborare qualità innate.
“Fanciulla con il turbante” è il titolo di un dipinto di Jan Vermeer, definito “pittore del silenzio”, un artista fiammingo del Seicento, autore di paesaggi ma anche di figure rappresentate nei vari momenti della vita quotidiana: appunto uno scorcio di quell’epoca si legge piacevolmente nel romanzo “La ragazza con l’orecchino di perla”, di Tracy Chevalier. Grande la curiosità di chi si affaccia su ambienti, mentalità e abitudini che in parte si allontanano dal nostro modo di pensare.
Oggi siamo abituati a vivere in un mondo globalizzato dove la diversità tra gli uomini ha un significato metaforico di “ricchezza”, ma talvolta, anche di turbamento.

La scrittrice narra la storia intrigante del rapporto tra una giovanissima fantesca (oggi si chiamerebbe “colf”) e il pittore che, alla fine, la ritrarrà…
Una storia fatta di sguardi, di tensione emotiva, di timori, di attrazione, di silenzi. Griet è una ragazza di sedici anni (siamo nel 1664), che, a causa di un incidente sul lavoro di cui il padre è stato vittima, è costretta ad andare a servizio nella casa di un noto pittore, Jan Vermeer.
I temi del romanzo sono molteplici: viene descritta la realtà del tempo e dei luoghi, la religiosità e il rispetto reciproco tra cattolici e protestanti, la particolarità degli ambienti, e sono messi in risalto paesaggio geografico, sentimenti e atteggiamenti umani: come dire, viene “raccontata” l’anima di quel mondo.
La stella disegnata sulla pavimentazione della piazza principale, con le punte rivolte verso le varie direzioni, è uno strumento di orientamento per i cittadini, ma soprattutto per Griet, che, uscita dal quartiere protestante, in cui viveva con la famiglia, va a servire a poca distanza, nel “Quartiere dei Papisti”, cattolici: un particolare, questo, che provoca qualche disagio alla ragazza, poiché dalla famiglia ha ricevuto una diversa educazione religiosa.
Ma la ragazza ha delle qualità “rare” per la sua età, qualità che emergono sin dalle prime pagine del romanzo Un senso spiccato del colore, assennatezza, capacità di tacere, ma anche di pronunciare le parole giuste al momento opportuno: una saggezza insolita a quell’età.
Gli esterni sono descritti con dovizia di particolari: il Mercato delle Carni, le fabbriche di piastrelle, i canali attraversati dai barconi, l’abitudine di stare seduti davanti alla porta di casa, sono tutte caratteristiche di Delft, nei Paesi Bassi. Non si può certo dire che si tratti di un romanzo “storico”: ma la narrazione, collocata in un contesto che incuriosisce, rende piacevole la ricostruzione realistica e appassionante di una bella storia di persone e di ambienti.
Ancora più intrigante l’attrazione muta e reciproca tra la giovane fantesca e l’artista che la ritrarrà, in un dipinto ritenuto un capolavoro.