Dedicato a un amico che non c’è più
La notizia della scomparsa di Peppino Morabito, avvenuta il 3 gennaio scorso per un malore improvviso, mi ha profondamente colpito. Mi ha fatto riflettere a lungo sul valore della cultura,sulla mia personale stima verso tutti coloro che dedicano gran parte del loro tempo agli studi,sul mio stesso percorso di vita,che mi ha portato ad amare i libri e la scrittura: la cultura contribuisce a costruire, tra gli uomini,“ponti” che nessuna guerra può distruggere.

Era la stessa convinzione del prof. Giuseppe Morabito, che ha avuto rapporti con intellettuali, scienziati, scrittori e poeti di tante parti del mondo.
Sin da giovanissima, ho partecipato, grazie a lui, a molte manifestazioni legate ad attività culturali. L’ho seguito, sia pure con alcune interruzioni, per anni: concorsi di poesia, premi letterari, il dialogo con l’ Unione Culturale Calabrese, la condivisione delle attività del Sindacato Nazionale Scrittori, e molto altro.
L’ho ritrovato nel dibattito su temi attuali e pressanti ma soprattutto in occasione del “Premio Calabria”, di cui Morabito, organizzatore instancabile, ha curato magistralmente ben 53 edizioni: un Premio prestigioso, importante, che ha fatto conoscere in Italia e nel mondo la Calabria e il Circolo di Cultura e di Relazioni Internazionali di Villa San Giovanni. Infine, la collaborazione alla rivista “Talent-Scout”: un incoraggiamento, una presenza costante, uno scambio di idee, e tante considerazioni su taluni momenti difficili della realtà di oggi.
Di lui, del Prof Morabito, ci rimangono molte pubblicazioni; in chi lo ha conosciuto, sentimenti di grande stima. Con la ferma convinzione che “il sapere” aiuta ad acquisire una maggiore consapevolezza di sé e del mondo; che coltivando l’amore per i libri, ci si potrà confrontare a distanza con altre mentalità, con altre culture: si potrà imparare ad essere tolleranti, ma, soprattutto, si potrà essere in grado di resistere a qualunque tipo di intemperie…