Nel film “Il postino”

Amore e malinconia / Forti sentimenti si alternano

Se il romanzo di Skarmeta si legge scorrevolmente, con un senso di rasserenamento, l’effetto legato alla visione del film “Il Postino”, è completamente diverso. La versione cinematografica del testo narrativo evidenzia alcune differenze rispetto al romanzo. Questo si può certamente spiegare per il fatto che la scrittura non sempre si può tradurre in immagini coerenti con il testo: il regista di un film deve necessariamente servirsi di una sceneggiatura coerente, ma autonoma. Nel caso specifico, romanzo e film non danno al lettore-spettatore le stesse sensazioni. Il film è amaro. (Ma anche nella vita, dopotutto, la felicità lascia dietro di sé una forte carica di amarezza, quando i giorni felici si allontanano e si ha la sensazione che sarà per sempre…).

Nel romanzo, lo stile, la scorrevolezza, l’ironia, l’originalità della storia- narrata in un contesto spesso legato ad eventi reali- regalano il piacere di leggere l’originalità delle metafore . Massimo Troisi ricopre il personaggio di Mario Jimenez , il postino.. Il testo si chiude con il colpo di Stato di Pinochet, la morte di Neruda e l’arresto di Mario.

Che fine farà il postino? La risposta dell’autore è ambigua. Nel filml’ambientazione, per motivi evidenti, è diversa. Le scene sono state girate in alcune isole tra le più belle d’Italia. Le Eolie, con Salina, l’isola di Procida (Napoli), sono lo scenario di una storia d’amore e di … metafore, ma il finale è inaspettato… Muore il postino. Nella finzione cinematografica, Beatriz rimarrà sola,con un bimbo, il piccolo Pablito e dopo qualche anno, lo stesso Neruda tornerà nell’isola dove Mario non c’è più. Quel che è più doloroso, a distanza di dodici giorni dall’ultimo ciak, muore l’attore Massimo Troisi, . Ecco perché la storia del film “Il postino” assume oggi, a posteriori, la fisionomia di una favola triste. Dalla prima scena all’ultima, lo spettatore è preso da due sentimenti opposti: il senso della bellezza e della gioia della vita, e il sentimento profondo di una grande malinconia.

Che cos’è una metafora?
(da “Il Postino di Neruda)

“Per spiegartelo più o meno confusamente, – risponde il poeta – sono modi di dire una cosa paragonandola con un’altra.. Ascolta questa poesia: “Qui, nell’Isola, il mare, e quanto mare. Esce da sé a ogni istante … Dice di sì, di no, di no. Dice di sì, in azzurro, in schiuma, in galoppo. 

Dice di no, di no. Non può stare tranquillo. Mi chiamo mare, ripete appiccicandosi a una pietra senza riuscire a convincerla… Allora, con sette lingue verdi, di sette tigri verdi, di sette cani verdi, di sette mari verdi, la percorre, la bacia, la inumidisce, e si batte il petto ripetendo il suo nome”  Fece una pausa, soddisfatto. Che te ne pare? – Strano – Strano? Sei un critico severo!. – No, don Pablo. Non è la poesia che è strana. Strano è come io mi sentivo mentre lei recitava la poesia…(op. cit., pagine 17,18). Quando Mario si innamora di Beatriz, la madre della ragazza si preoccupa: – “Non ti ho mai sentito pronunciare una parola così lunga. Che “metafore” ti ha detto?” (op. cit. pag 41) – “Mi ha detto che il mio sorriso si espande come una farfalla sul mio volto”. “E poi?” “Ha detto che il mio riso era una rosa, una lancia che si sfila, un’acqua che prorompe. Ha detto che il mio riso era un’onda d’argento repentina” (op. cit.pag 42).