3) Maria Luisa, da fanciulla virtuosa a donna consapevole

“La scenata che segue l‘annuncio della decisione è uno dei grandi pezzi della storia dell‘impero perché, sì, Giuseppina è imperatrice da anni, è gran dama di Francia, però è una persona che viene dal popolo”. (Sergio Valzania, “Napoleone”. op. cit. pag. 140)

La decisione di Napoleone è irrevocabile: divorzierà da Giuseppina. Era stato preso dal fascino di quella donna, esperta di trame amorose e intrigante a sufficienza. Ma l‘imperatore sogna un erede, e lei non glielo può dare.

La soluzione al problema gli viene presentata su un piatto d‘argento dal nemico, l‘imperatore Francesco I d’Asburgo, che gli propone in moglie la diletta figlia Maria Luisa. La ragazza, diciottenne, è stata allevata come in un convento, tra fiori, giardini, musica, letture. Perché questo matrimonio? Probabilmente per neutralizzare un ostacolo. E lei, la fanciulla, mite e obbediente, accetta di sposare Napoleone, nonostante dalla sua famiglia quest‘uomo venga definito l‘Orco‖.

Non è una donna che vien data a Napoleone, ma una bambina abituata ad una regolarità così severa, così uniforme e così stretta, che ogni disciplina sarà dolce ed ogni minimo piacere sarà nuovo. Ma se l‘educazione ha compresso in lei la natura, non c‘è da temere che la stessa sua natura prenda la rivincita?” (Federico Masson, op. cit. pag. 235)

Un dubbio, espresso da Masson , legittimo e ben fondato..

Dal sito di Schonbrunn, il Castello dell’Aiglon
Dal sito di Schonbrunn, il Castello dell’Aiglon

Napoleone e Maria Luisa si sposano nell‘anno 1810 e Napoleone avrà un erede, il Re di Roma (chiamato l‘Aiglon, l‘aquilotto, morirà giovanissimo di tubercolosi). La favola dura poco più di quattro anni. Il caro suocero, l‘imperatore Francesco, sobillato dalle potenze europee coalizzate contro Bonaparte, torna ai rapporti tesi. Ed è ancora guerra.

Alle gravi finali sconfitte, segue l‘esilio di Napoleone all‘Elba. Poi la fuga dall‘isola, poi la sconfitta diWaterloo, poi ancora l‘esilio a Sant‘Elena. Maria Luisa avrà un altro destino. Dal Congresso di Vienna le verrà assegnato il Ducato di Parma. L‘ormai donna, che ne sarà sovrana, vi giunge accompagnata da un biondo Conte di Neipperg, che il padre, Francesco, le ha posto oportunamente al fianco: il maturo Conte diventerà il suo compagno e le darà dei figli. La nuova sovrana di Parma, che sarà molto amata, scomparso Neipperg, avrà altre storie. Non del tutto segrete.

Dal sito di Schonbrunn, il Castello dell’Aiglon Scrive Napoleone. “Signora, ho ricevuto oggi il vostro ritratto.

L’imperatrice d’Austria ha avuto la cortesia di inviarmelo. Mi sembra di vedervi l‘impronta di quella bell‘anima che vi rende così cara a tutti quelli che vi conoscono e giustifica tutte le speranze che ripongo in Vostra Maestà. Amerete così, Signora, uno sposo che vuole soprattutto la vostra felicità e i diritti del quale non saranno mai fondati che sulla vostra confidenza e sui sentimenti del vostro cuore. Penso che voi siate ben vicina alla Francia e vi attendo con molta impazienza.

Vostro Napoleone
Lettera del 20 marzo 1810 – (da “Storia Illustrata” – agosto 1970.
“Lettere di Napoleone a Maria Luisa. A cura di Pier Maria Paoletti)

“Sulla serenità del suo regno, unanime è il
consenso degli storici. I contrasti sorgono nel
giudizio diverso sulla sua figura morale” .
E ancora: (Con Napoleone), dunque, un
idillio. Lo testimoniano le 318 lettere acquistate
nel 1934 dalla Biblioteca Nazionale di
Parigi a un’asta di Sotheby.
(da “Storia Illustrata, op. cit., pagine 100, 101)

Da “PAZIENTI ILLUSTRISSIMI
di Luigi Sterpellone .
Antonio Delfino Editore, pag 142 e seguenti
È dall’ottobre del 1817 che compaiono i primi sintomi con dolori e senso di peso all‘ipocondrio destro, irradiazione alle spalle, febbre,perdita dell‘appetito; questa epatite persisterà, con fasi alterne di remissioni e di esacerbazioni, per due anni. Il 7 gennaio 1819 insorge una crisi molto violenta. Si entra così nella seconda fase della malattia.

La camera da letto di Napoleone, arricchita da un
bel caminetto e da un tavolo in argento, è tappezzata
in mussola, con un baldacchino a larghi pizzi.

Maria Luisa d’Austria, sovrana di Parma, in un dipinto di Lefèvre

Napoleone trascorre qualche mese di relativo
benessere, durante il quale si dedica attivamente
al giardinaggio, facendo costruire anche aiuole e
fontane (è il cosiddetto periodo dei giardini‖).
Passeggia a cavallo o in carrozza.

Ma già presenta strani cambiamenti dell‘umore
e del comportamento. È diventato ancora più
pigro: resta per ore in pantofole, non segue più il
lavoro, tratta male tutti, anche i medici..
Nell‘ottobre del 1820 peggiora.

Il 15 marzo emette un vomito nerastro, i medici
riscontrano un addome teso. L‘intolleranza gastrica
diviene completa, ma il disturbo dominante
è la sete. Compaiono fortissimi dolori allo stomaco,
i quali continuano per vari mesi. Il 3 e il
25 aprile, disturbi più gravi, poi compare il delirio.
Il 3 maggio, un‘altra ematemesi. Due giorni
dopo, Napoleone muore, circondato da sedici
persone del seguito.
Si è trattato di avvelenamento?